Quarant’anni dell’Associazione Veneta degli Avvocati Amministativisti

Corre il quarantesimo dell’Associazione Veneta degli Avvocati Amministrativisti, costituitasi alla fine del 1979 (non troppo dopo l’istituzione dei T.A.R. e delle Regioni e più o meno in coincidenza con la fine degli “anni di piombo”), su impulso di Benvenuti e di un manipolo di avvocati, tra i primi a specializzarsi nella materia.

Nel settore, è la più antica associazione italiana.

In questi anni il Foro Veneto ha visto molte cose cambiare.

Il contenzioso, innanzi tutto: da cause di impiego pubblico, sull’edilizia, sui piani e sulle piccole licenze commerciali, sugli espropri, su scampoli di diritto scolastico (!), si è passati progressivamente a trattare di appalti, di ambiente, di paesaggio, di energia, di immigrazione, di grandi strutture di vendita, di turismo, di servizi pubblici.

Poi vi sono state le riforme processuali, prima “timide” e su base giurisprudenziale, poi sempre più tumultuose, fino ad arrivare alla legge del 2000 e al Codice del 2010.

Abbiamo visto l’entrata in vigore della legge sul procedimento del 1990 con il cambiamento di mentalità che ha imposto alle Amministrazioni. Abbiamo visto la coeva legge sulle autonomie locali; il venir meno di alcune strutture che un tempo erano determinanti, ma di cui non si ricorda quasi più il nome, come il Co.re.co.; l’attenuarsi della presenza dello Stato e dei Prefetti e l’emergere dei “dirigenti”; abbiamo visto il passaggio ai testi unici e poi l’insorgere di una legislazione logorroica, mai stabile e scritta per moduli o per “ctrl-c ctrl-v”, fino alle moderne linee guida; l’ingresso sempre più prepotente delle discipline comunitarie.

Abbiamo visto Tangentopoli e le scosse telluriche che ha provocato sulle Amministrazioni locali; l’imporsi dell’informatica e della rete; l’affievolirsi del modello di impresa familiare veneta; la creazione e la concentrazione dei grandi gruppi; la globalizzazione. Abbiamo visto (e stiamo ancora vedendo) la grande crisi economica.

Siamo passati dalla prima alla seconda Repubblica e forse adesso stiamo vedendo anche l’arrivo della terza.

Tutti questi mutamenti della società e del diritto hanno imposto al Foro di adeguarsi, celermente e con competenza.

Di solito si pensa che gli avvocati, per tendenza individualisti e piuttosto “essenziali” nei ragionamenti e nelle motivazioni, non siano adatti all’associazionismo. Prima o poi finirebbero per litigare, intenti come sono a perseguire il particulare loro e dei loro clienti…

Questo non è sempre vero.
Non che siano mancati episodi un po’ complicati.
Tuttavia, l’Associazione, che si è sempre astenuta dall’esercitare compiti di vigilanza o anche solo di moral suasion, ha ottenuto, quasi senza accorgersene, l’effetto contrario: quello di riunire in un’unica partita i Colleghi, solidali in vista del bene dei propri assistiti e dell’amministrazione della giustizia amministrativa in generale. Questa solidarietà ha legato tanto i più anziani tanto i più giovani (che, nel frattempo, sono diventati meno giovani e sono stati affiancati da nuovi protagonisti).

Il merito di tutto ciò va senza dubbio ascritto ad alcune grandi figure, che si sono imposte, pur con le debolezze di cui siamo tutti portatori (o forse proprio per quelle).

Il merito maggiore, però, è stato del comune sentire degli associati e di una certa indole veneta alla comprensione (anche quando ci si trova su schieramenti opposti), acuita da una diffusa capacità di ragionamento raffinato che è erede sia della grande scuola di diritto pubblico padovana sia della cultura pragmatica (ma nello stesso tempo nobile e quasi “superiore” alle cose) che la Dominante ancora diffonde.

Adesso è il momento di guardarsi indietro, per non dispedere il patrimonio di esperienza accumulato e per trasmettere la capacità di prevedere in che modo i mutamenti si preannunciano e poi si verificano; per non farci trovare impreparati.

Per questo motivo l’AVAA celebrerà il proprio compleanno il giorno 8 novembre al San Gaetano di Padova, con l’iniziativa di cui allego la locandina.

 

Ai “padri fondatori”, che per la maggior parte sono vispi e pimpanti (qualcuno di loro, anzi, mi legge su questa pagina), verrà recapitato uno speciale invito.

Prof. Avv. Francesco Volpe